uniti nella lotta! | domenica 06.03.2011

CSA BARAONDA presenta:

DOMENICA 6 MARZO
Uniti nella lotta!
Ore 18:00 Aperitivo popolare
Ore 21:00
Incontro pubblico con
Intelligenza Precaria
Unione Sindacale di Base
Roberto Giudici – FIOM

Fermiamo l’attacco neoliberista: difendiamo i diritti contro il tentativo di precarizzare tutti i contratti.

Negli ultimi anni stiamo assistendo in Italia ad un sempre più esplicito e sfrontato attacco ai diritti e alle condizioni del lavoro.
Con la scusa della crisi e della necessità di competere con la concorrenza internazionale gli esponenti del capitalismo italiano cercano di garantirsi profitti sempre più alti a spese dei lavoratori.
E con la scusa di modernizzare il mondo del lavoro, la politica non ha fatto altro che assecondare questo tentativo.
Così per anni abbiamo visto governi di centro-destra e centro-sinistra concorrere all’abbattimento dei diritti fondamentali conquistati in decenni di lotte.
A causa dell’azione legislativa completamente schiacciata sugli interessi dei datori di lavoro abbiamo assistito ad un sistematico uso dei contratti precari: progetti inesistenti, che vengono “creati” esclusivamente per giustificare la mancata assunzione, collaborazioni pluriennali rinnovate ogni quattro mesi, chiamate straordinarie già decise in anticipo….tutto questo per impedire la fruizione di diritti fondamentali grazie allo spauracchio della non conferma.
Ora sembrano puntare anche più in alto, cercando di livellare verso il basso le condizioni di tutti i lavoratori.
L’attacco sferrato dalla FIAT, principale industria italiana con oltre 90.000 dipendenti, alla sicurezza, alla libertà e alla dignità di migliaia di lavoratori, come già avviene nei lavori precari, è solo l’ultimo e più eclatante esempio di questa tendenza.
A Mirafiori, come già a Pomigliano, il tentativo è quello di proporre condizioni inaccettabili sotto la minaccia di licenziare tutti nel caso in cui la “proposta” non venga accolta.
In questo modo si cerca, inoltre, di dividere il fronte di resistenza nella stessa fabbrica, come lo si era già fatto prima tra lavoratori regolari e in nero, tra precari e a tempo indeterminato.
I sindacati che hanno accettato questo ricatto, poi, si sono resi complici del sostanziale annullamento del diritto allo sciopero, del diritto alla garanzia del posto di lavoro e del diritto alla dignità.
Il diritto allo sciopero è autolimitato, i sindacati infatti si impegnano a non scioperare; il diritto alla garanzia del posto di lavoro è totalmente stracciato con la possibilità di licenziare chi giustificatamente si assenta oltre una certa percentuale di giorni; la dignità dei lavoratori è messa in discussione con l’obbligo di sottoporsi a turni ancora più massacranti (10 ore di catena di montaggio!), pause più brevi e la soppressione della pausa mensa.
A tutto ciò si aggiunge l’annullamento della democrazia in fabbrica con l’esclusione dalla possibilità di eleggere rappresentanti sindacali per chi non ha accettato di sottoscrivere l’accordo.
Di fronte alla brutalità di questa offensiva neoliberista l’unica risposta accettabile è di unirsi, lavoratori precari e non, cassaintegrati, disoccupati, studenti e immigrati, nella lotta contro chi cerca di piegarci alla logica del profitto al di sopra di ogni diritto.

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