Giovedì 18 febbraio 2010 ore 21.30 @csa Baraonda
PUERTO RICO: Una historia de resistencia
Incontro con Dora Irizarry Cruz sulla situazione di Puerto Rico, colonia degli USA dal 1898.
"Il popolo portoricano è uno dei popoli più eroici di tutta l’America Latina perché ha saputo condurre una battaglia contro il colonialismo per sopravvivere come popolo"
(E.Che Guevara).
Gli indigeni dell’isola (i Tainos) la chiamarono "Boriquén" e per questo i Portoricani sono conosciuti anche come Boricua.
Dal 1493, con l’invasione degli Spagnoli, inizia l’era coloniale che dura fino ai nostri giorni.
Nel 1898 gli USA invadono Porto Rico ed è così che l’isola passa da un potere coloniale ad un altro. Gli USA instaurano un governo militare che dura fino al 1990 e un regime civile di carattere assolutista. Nel 1917 il governo degli USA impone la cittadinanza nordamericana ai Portoricani, nonostante l’opposizione unanime della Camera dei Delegati, in quel momento unico corpo legislativo di elezione popolare. Tale cittadinanza ha permesso agli USA d’inviare i Portoricani in guerre dove essi sono morti in maggior numero che i nordamericani. La lingua inglese è stata imposta in tutto il sistema educativo del paese, come tecnica di assimilazione culturale, finché le lotte del popolo hanno restituito nel 1948 la lingua di Porto Rico, lo spagnolo, alle scuole pubbliche dell’isola.
Le relazioni tra USA e Porto Rico sono configurate da quanto stabilito dal Tribunale Supremo Nordamericano: "PORTO RICO APPARTIENE AGLI STATI UNITI, MA NON E’ PARTE DEGLI STATI UNITI". Questo stesso Tribunale riconosce la sovranità piena del Congresso USA su "la proprietà di Porto Rico", acquisita come bottino di guerra al termine della Guerra Ispanoamericana, bottino che include sia la terra che gli abitanti. Lo stesso Tribunale riconosce inoltre il diritto del Congresso a discriminare i Portoricani residenti nell’isola, ogni volta che lo valuti opportuno e rispetto a qualsiasi tipo di legge. In questo Tribunale i Portoricani sono rappresentati da un cosiddetto "commissario residente" il quale ha diritto di parola a discrezione della struttura ma non ha diritto al voto. Ogni legge approvata dagli organi legislativi portoricani può essere revocata dal Congresso USA e le decisioni dei suoi Tribunali nazionali sono soggette alla revisione delle Corti statunitensi. Viceversa, le leggi del Congresso USA vengono applicate in Porto Rico, fatto salvo che non sia esplicitamente escluso.
Alla fine, non c’è un solo aspetto della vita portoricana che non sia soggetto al controllo del Governo degli USA. In termini concreti questo significa che il Congresso del Paese che domina Porto Rico determina: le leggi di immigrazione e naturalizzazione, il reclutamento militare, l’insediamento e l’operatività delle basi militari nonché la difesa dell’isola, le restrizioni del commercio verso gli USA, le restrizioni del commercio marittimo a vantaggio esclusivo della marina mercantile degli USA, le leggi bancarie, i rapporti di lavoro e il salario minimo, le leggi relative all’Educazione e alla Cultura, le leggi relative alla Sanità, il controllo totale su radio, televisione, comunicazioni e servizio postale, la deroga a qualsiasi legge approvata dagli organi di Porto Rico.
A questo sistema di controllo assoluto si sono affiancati programmi di esperimenti umani che in alcuni casi hanno assunto carattere di genocidio, come gli esperimenti di tecniche anticoncezionali sulle donne, fino ad arrivare alla sterilizzazione di circa un terzo della popolazione femminile in età fertile; gli esperimenti sugli effetti delle radiazioni; gli esperimenti di iniezione di cellule cancerogene in pazienti che non erano soggetti volontari.
L’origine della militarizzazione forzata della società portoricana risale all’imposizione della cittadinanza nordamericana ai Portoricani, finalizzata ad obbligarli a servire nelle forze armate degli USA. Il 13% della terra coltivabile è stata riservata dal Governo USA a fini militari.
Nel settore orientale dell’isola si trova il complesso militare nordamericano più grande fra quelli fuori dei suoi confini nazionali. Se all’area dei terreni coltivabili utilizzati a fini militari aggiungiamo le altre terre, risulta che il 20% del suolo portoricano è occupato dall’esercito nordamericano: questo fa di Porto Rico l’UNICO PAESE AL MONDO che riserva una tale porzione della propria terra agli usi militari. Se a tutto quanto già detto aggiungiamo il fatto che Porto Rico ha una forza militare di 13.000 persone (escludendo i 12.400 Portoricani della Guardia Nazionale dell’esercito USA in Porto Rico) e che l’Isola ha forze di Polizia in numero di 1 poliziotto ogni 81 Portoricani, la società portoricana è una delle più militarizzate del Caribe e dell’America Latina.
Non ci sono dubbi che il livello di militarizzazione che prevale in Porto Rico ha come obiettivo principale sedare ogni insorgere di malcontenti.
Nonostante una tale presenza militare, il Governo degli USA ha imposto un sistema di vigilanza che va dall’intercettazione telefonica fino alla schedatura poliziesca di più di 100.000 persone simpatizzanti dell’indipendenza: infatti il Governo coloniale di Porto Rico riconosce che ci sono 137.000 schedature e ciò equivale ad uno schedato come "sovversivo" ogni 25 Portoricani. E questo numero di schedature non include quelle realizzate dalle diverse agenzie investigative del Governo USA.
La situazione è a tutt’oggi immutata.
Nonostante l’alta militarizzazione della società, la repressione generalizzata e la violazione sistematica dei diritti umani delle persone che difendono il diritto di Porto Rico alla sua libera determinazione e indipendenza, gli USA non hanno potuto soffocare la lotta per la liberazione dell’Isola. Al contrario, ciò che la storia ci dimostra è la persistenza di questa lotta in un popolo sistematicamente e continuamente perseguitato.