Come collettivo del centro sociale autogestito Baraonda esprimiamo la nostra solidarietà ai quattro compagni colpiti dai provvedimenti restrittivi, condannando l’ennesimo attacco contro il movimento No Tav.
Il 14 luglio a Cuneo si svolge un presidio, trasformatosi in corteo, in solidarietà al compagno Maurizio arrestato per i fatti successivi allo sgombero della Maddalena in Val di Susa (3 luglio 2011) e all’epoca in stato di isolamento da più di 5 mesi.
A un’automobile irrompe nel corteo investendo alcuni manifestanti. A seguito di questo episodio fine corteo quattro dei manifestanti vengono accusati di concorso anomalo in rapina, accusa basata unicamente sulla deposizione della conducente dell’automobile che ha dichiarato di essere stata derubata di una borsa contenente valori per 2000 euro. In pratica nonostante si riconosca l’estraneità ai fatti (la cui “sussistenza” è tutta da dimostrare) dei singoli compagni colpiti dal provvedimento, analogamente a quanto è successo per le condanne di Genova, possono essere imputati in base ad un ipotetico concorso.
Ad oggi Peppino, a causa di questa assurda condanna, si trova agli arresti domiciliari con divieto di comunicazione con l’esterno.
Come al solito la repressione colpisce chi non sta indifferente e fermo guardare ma chi dedica la maggior parte del suo tempo e della sua vita a combattere contro le ingiustizie, i soprusi, e tutto quello che la propria sensibilità riesce a riconoscere come un attacco alla libertà. Per questo sono stati colpiti questi compagni. L’indifferenza uccide, dalla Palestina a Milano. Ma non arrendiamoci, siamo ancora tanti a resistere all’indifferenza, certi che prima o poi cambieremo il sistema attuale.