Quella che si propone è una rassegna cinematografica, non un cineforum.
Non perché ripudiamo il confronto post-film, ma per il fatto che crediamo nel potere di “parlare” dei film di Gian Maria Volonté. A maggior ragione quelli che abbiamo appositamente scelto per l’occasione.
I 4 film che comporranno la rassegna appartengono all’epoca “socialmente impegnata” della carriera dell’attore, che tra l’altro rappresenta la gran parte della sua storia artistica.
Volonté ci criticherebbe per questa definizione in quanto lui stesso dichiarava: “non si tratta qui di dare una definizione del cinema politico, cui non credo, perché ogni film, ogni spettacolo, è generalmente politico. Il cinema apolitico è un’invenzione dei cattivi giornalisti”.
Interprete eclettico, stilisticamente e concettualmente, Gian Maria Volonté sapeva rappresentare “lo sbirro” più spietato e acuto così come lo stereotipo dell’operaio schiavizzato con la stessa intensità, la stessa empatia. E se così dimostrava la sua maestosità nel compiere il mestiere dell’artista, allo stesso tempo sapeva trattare tematiche sociali di qualsiasi estrazione.
Per essere precisi Volonté non interpretava, ma “diventava” il personaggio dei suoi film, fino ad essere costretto a moderarsi nell’interpretazione di Aldo Moro ne “Il caso Moro” perché “troppo esplicitamente somigliante”.
4 film, 4 fotografie, 4 trame che, astraendo un poco dalla più immediata comprensione della narrazione, si intrecciano componendo un unico album, un solo disegno. Un disegno crudo e definitivo del sistema che non trova scampo se non cancellando totalmente la tela e ridipingendone un’altra. Una rivoluzione.
La capacità di cogliere la sfumatura critica nelle sceneggiature ed il talento di restituire tale critica attraverso i suoi personaggi, sempre provocatori e scomodi, fanno dei suoi film dei saggi cinematografici della realtà sociale di quegli anni e, come tutti i capolavori, anche dei successivi.
Lo studio, la disciplina, l’instancabile ambizione perfezionista ne facevano un professionista senza pari.
A “cornice” dei film vi proporremo una mostra documentaria sul personaggio e ciò che attorno a lui ha gravitato (registi, periodo storico, riconoscimenti ecc.).
Parte della mostra sarà itinerante e verrà svelata con il trascorrere degli appuntamenti della rassegna. Questo a simboleggiare l’intenzione di proporre il ciclo di film come percorso, breve e non esaustivo, ma sensato e pensato per comunicare e tramandare l’arte di uno dei più grandi attori della storia del cinema italiano.
Tutto questo per invitarvi a vedere dei film.
Qui tutti i dettagli direttamente dal sito dell’Associazione MEZZANINE