Milano, 2011: la profonda crisi economica che investe il Paese si fa sentire anche nella nostra città: licenziamenti, aumento della cassa integrazione, dilagare della precarietà spingono verso la soglia di povertà un crescente numero di persone.
Anche i lavoratori immigrati subiscono i pesanti effetti di questa situazione: ridotti a massa di lavoro sottopagato, ipersfruttata, priva di ogni garanzia e sottoposta ad ogni genere di ricatto (compresa la detenzione nei Centri di Identificazione ed Espulsione (CIE) come quello di via Corelli).
Ciò si combina con un pesante attacco ai servizi sociali ed alla persona: costi crescenti, peggioramento della qualità e quantità dei servizi offerti rendono sempre più precarie e difficoltose le condizioni di vita.
Nella scuola e nelle Università l’effetto combinato dei tagli ai finanziamenti pubblici e della controriforma Gelmini determinano un peggioramento delle condizioni generali di studio e di vita per migliaia di giovani.
Le tensioni sociali si stanno estendendo.
Lavoratori di decine di fabbriche in lotta, dei servizi pubblici, cittadini che si battono contro speculazione edilizia e saccheggio del territorio e studenti che non si rassegnano alla devastazione della scuola pubblica possono costruire un importante fronte di lotta contro le politiche padronali.
In questo quadro i padroni attraverso le loro rappresentanze politiche, sociali ed istituzionali rispondono con la politica della paura che descrive la nostra città come al collasso sociale, con una conseguente militarizzazione del territorio, con l’introduzione di una legislazione di stampo emergenziale (pacchetti sicurezza) sostenuta da imponenti campagne mediatiche talvolta apertamente razziste, e con un rinnovato interventismo militarre che tra l’altro ci costa 2,26 milioni di euro al giorno (solo per la guerra in Afghanistan; fonte Peace Reporter).
Le organizzazioni neofasciste sono, oggi come ieri, pienamente funzionali a queste politiche padronali.
Ciò spiega la apertura nella nostra zona di sedi come quella di Forza Nuova in P.za Aspromonte, degli Hammer Skin in viale Brianza o della Associazione Idepolis in via Console Flaminio. Non tragga in inganno il maldestro tentativo di quest’ultima nel presentarsi come Associazione “apolitica” che propone campagne apparentemente neutrali come la riqualificazione del ponte di Rimembranze di Lambrate, con la richiesta al Consiglio di Zona 3 di un finanziamento di 3 mila euro per un concorso di idee sulla questione.
Questa associazione ha una stretta relazione politica col Centrodestra cittadino, che governa la città da 18 anni ed è il principale responsabile dell’abbandono delle periferie.
A costoro infatti risolvere i problemi delle periferie non importa nulla, anzi la trascuratezza è funzionale a creare finti nemici: ora gli immigrati, ora i Rom, ora chi lotta per la affermazione di valori di solidarietà, integrazione e difesa dei diritti dei ceti popolari.
E’ urgente trovare momenti di iniziativa comune per contrastare le politiche padronali; la partecipazione e la lotta degli operai, dei lavoratori e degli studenti per affermare i bisogni degli sfruttati riuscirà a togliere agibilità ai fascisti.
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