LeCittàSottili presentano:
TECLA_Creazioni in corso
Domenica 20 marzo 2011 dalle h18:30 presso C.S.A. Baraonda
h 18:30
Aperitivo di Primavera curato da LeCittàSottili
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h 21:00
PORPORA 111
Performers: Chiara Bongiovanni, Giulio Brouzet, Cristina Conici, Maria Francesca Guerra, Giuseppe Roccazzella, Andrea Valfrè
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TECLA_creazioni in corso sono serate destinate alla presentazione di lavori in corso d’opera.
L’obiettivo è offrire agli artisti la possibilità di un confronto diretto sui propri progetti e lavori, e, allo stesso tempo, consentire a un pubblico non strettamente specializzato di avvicinarsi alle proposte performative.
Le performance, tutte work in progress, saranno seguite da un momento di scambio con il pubblico.
L’ingresso è GRATUITO
Per la prima edizione del progetto TECLA_creazioni in corso, LeCittàSottili ospiteranno:
PORPORA 111
Performance, incursioni urbane e jam di improvvisazione libera e composizione istantanea dal 2005.
Gli spazi di transizione e di occasionale incontro sono i luoghi sensibili in cui arte e vita quotidiana si intrecciano nella multiculturalità degli incontri più o meno inaspettati, più o meno strutturati. L’improvvisazione libera è la disciplina che mette in scena l’incontro, lo sconosciuto, l’imprevisto, in un gioco di dialogo tra diversi linguaggi: suono, gesto, segno.
Performers: Chiara Bongiovanni, Giulio Brouzet, Cristina Conici, Maria Francesca Guerra, Giuseppe Roccazzella, Andrea Valfrè
Per ulteriori informazioni:
lecittasottili.noblogs.org
Le Città Sottili è un progetto indipendente in collaborazione con CSA Baraonda (Segrate) e F.O.A. Boccaccio 003 (Monza), e sostenuto da: Cascina Autogestita Torchiera (Milano), Teatro alla Scala Pericolante, S.O.S.Fornace (Rho), ArciBlob (Arcore)
Chi arriva a Tecla, poco vede della città, dietro gli steccati di tavole, i ripari di tela di sacco, le impalcature, le armature metalliche, i ponti di legno sospesi a funi o sostenuti da cavalletti, le scale a pioli, i tralicci.
Alla domanda: – Perché la costruzione di Tecla continua cosí a lungo?
– gli abitanti senza smettere d’issare secchi, di calare fili a piombo, di muovere in su e giù lunghi pennelli.
– Perché non cominci la distruzione, – rispondono.
E richiesti se temono che appena tolte le impalcature la città cominci a sgretolarsi e a andare in pezzi, soggiungono in fretta, sottovoce: – Non soltanto la città. Se, insoddisfatto delle risposte, qualcuno applica l’occhio alla fessura d’una staccionata, vede gru che tirano su altre gru, incastellature che rivestono altre incastellature, travi che puntellano altre travi.
– Che senso ha il vostro costruire? – domanda. – Qual è il fine d’una città in costruzione se non una città?
Dov’è il piano che seguite, il progetto? – Te lo mostreremo appena terminata la giornata;
ora non possiamo interrompere, – rispondono. Il lavoro cessa al tramonto. Scende la notte sul cantiere.
È una notte stellata. – Ecco il progetto, – dicono.
(Le Città Invisibili – Italo Calvino)